Al momento stai visualizzando Ucraìna libera, Italia più sicura

Viviamo un’epoca anti politica e, poiché la politica che noi italiani conosciamo da quasi ottant’anni a questa parte, è quella democratica, dovremmo concluderne che viviamo in un’epoca anti democratica? 

Per quanto grande possa essere lo scontento rispetto alla attuale situazione politica e anche rispetto a come da tempo funzionano le regole e le prassi democratiche non credo proprio che la grande maggioranza dei cittadini rinuncerebbe alle libertà individuali e ai diritti sociali che sono forma e sostanza delle nostre società. 

Eppure, guardando le tv e scorrendo i commenti sui social media, siamo come investiti da un’onda tumultuosa di proteste, sospetti, falsi ragionamenti sempre più scomposti, feroci, primitivi. Incolpevoli, i sondaggi d’opinione registrano, interpretano e guidano le mosse dei politici che vivono alla giornata guidati dai “like” e dai tweet. 

La loro bussola è piacere non guidare.       

La gente dice: “Ma cosa vuole questo Zelensky? Faccia la pace con Putin e non rompa le scatole” o, anche, “Ma che c’entriamo noi con l’Ucraìna? S’arrangi!” oppure, “Blocchiamo le bollette altro che inviare armi agli ucraìni!” E, ancora e ancora, “e se Putin s’arrabbia e ci manda la bomba atomica?” Si potrebbe continuare a lungo col repertorio dei luoghi comuni, dei sentito dire e degli umori della gente. 

La gente, si sa, ce l’ha coi politici, vuole essere ascoltata, è convinta che la democrazia consista nel fare quello che il popolo vuole. E se il popolo vuole la pena di morte? O la persecuzione degli ebrei, dei neri, degli omosessuali? O l’abolizione delle tasse e festa tutto l’anno? Questa è demagogia, è anarchia, non democrazia. 

La democrazia dei moderni è fatta di limiti dei e di separazione tra i poteri, uguaglianza nei diritti fondamentali, parlamenti e governi eletti dal popolo secondo regole e scadenze. Dunque, come stabilisce la nostra Costituzione, il potere – la sovranità – del popolo si esercita nelle forme e nei limiti stabiliti dalle leggi. In questi limiti sono compresi anche i trattati internazionali che abbiamo liberamente sottoscritto e le conseguenti limitate cessioni di sovranità verso l’ONU, la NATO, l’Unione Europea che non cancellano ma tutelano le nostre libertà.    

Se l’ONU, l’Unione Europea, la NATO di cui siamo membri e il nostro stesso Parlamento a grande maggioranza condannano l’invasione russa e decidono di aiutare la resistenza del popolo e del legittimo governo ucraìni inviando aiuti economici, umanitari e sì, anche aiuti militari, cioè le armi indispensabili per non essere sopraffatti dall’aggressore, cosa devono fare i nostri politici? E in base a quale criterio dobbiamo giudicarli?

Pietro Nenni, il grande patriarca del socialismo italiano diceva che la politica sarebbe il mestiere più facile del mondo se non comportasse la responsabilità di calcolare le conseguenze delle scelte che si fanno. Ebbene, in questa drammatica svolta della politica internazionale quali scelte e quali responsabilità stanno assumendo i nostri politici? In tutta evidenza il governo Draghi e la maggioranza votando i provvedimenti di sostegno anche militare all’Ucraìna aggredita e invasa hanno scelto la linea della responsabilità internazionale. Una responsabilità assunta a viso aperto da Enrico Letta e dal PD nonostante il pacifismo irriflesso e ingenuo di parte del mondo cattolico. Una scelta condivisa anche dall’opposizione di Giorgia Meloni e bisogna darle atto di aver compreso che patriottismo e atlantismo oggi coincidono. 

Viceversa, prima latenti e sussurrate e poi sempre più esplicite e rumorose, stanno emergendo nella maggioranza le posizioni di Conte e di Salvini. Resi dubbiosi e scontrosi dalle loro leadership traballanti fiutano nel vento gli umori e le paure della gente e pensano di trarre profitto di consensi dal criticare il governo, la NATO e gli USA e gli ucraìni che anziché arrendersi resistono. Invece di pretendere la fine della guerra dai carnefici che l’hanno scatenata e che continuano a bombardare case e civili, a stuprare un popolo, a uccidere bambini e deportare in Russia un milione di ucraìni vogliono disarmare le vittime e anche la nostra volontà di aiutarle. 

Coerenti nell’irresponsabilità Conte e Salvini quando governavano insieme nemmeno si accorsero che Putin si stava installando in Libia di fronte a casa nostra. Ora non si accorgono che al confine dell’Europa è meglio, è più sicuro avere un’Ucraìna libera anzichè occupata dalla Russia.