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Claudio Martelli
Zingaretti e Salvini si incontrano per discutere d Zingaretti e Salvini si incontrano per discutere di riforme istituzionali ed elettorali.
Già è una buona notizia che non litighino, se poi trovassero un accordo sarebbe ancora meglio.

Visto che un Referendum ha confermato il taglio di Senatori e Deputati e però rimangono in vita sia la Camera sia il Senato che a ranghi ridotti dovrebbero a fare lo stesso lavoro due volte, perché non unificarle in un’unica assemblea parlamentare di 600 eletti?

Con la fine del bicameralismo si velocizzerebbero tutte le procedure parlamentari con un enorme risparmio di tempi.
Non solo, unificando gli apparati amministrativi  e burocratici sottostanti si risparmierebbero molti più soldi dei pochi risparmiati col taglio dei parlamentari.
Per la legge elettorale, anche qui, la soluzione ideale è la più semplice. Un sistema a doppio turno: proporzionale al primo turno e ballottaggio tra le due coalizioni o i due partiti meglio piazzati al secondo.
In tal modo ci sarebbe pieno rispetto della volontà degli elettori, un vincitore certo, una stabilità garantita per 5 anni.

Monocameralismo e doppio turno sono due soluzioni nell’interesse generale, non danneggiano nessuno, produrrebbero un grande rinnovamento della Repubblica e un modo di far Politica più responsabile e più vicino ai cittadini. 
Per dirla con Draghi: “Spirito Repubblicano”.
Nasce un Governo di unità nazionale. Un Governo Nasce un Governo di unità nazionale. 
Un Governo molto politico con una robusta nervatura di tecnici di qualità guidato dall’italiano più rispettato al mondo perché, insieme con l’euro, ha già salvato una volta l’Italia. 
Bravo Mattarella, buona navigazione a Mario Draghi.
𝗠𝗮𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗲 𝗙 𝗠𝗮𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗲 𝗙𝗶𝗰𝗼 𝗲𝘀𝗽𝗹𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼
Ignorata la disponibilità di Berlusconi, Calenda, Bonino a concorrere alla formazione di una maggioranza ben più ampia di quella spezzata e di un governo all’altezza di una sfida epocale, Mattarella e Fico hanno deciso di esplorare il passato. 
Eppure il concorso di forze nuove avrebbe assicurato un sostegno di sicuro molto più largo e molto più europeista di quello promesso da transfughi eletti in Argentina e Sudamerica. 
Se la crisi si chiuderà così ne risentirà la serietà e la qualità del Recovery Plan, del piano vaccinazioni, delle riforme della pubblica amministrazione, del fisco, della scuola, dell’ambiente reclamate dall’Europa. 
Già oggi la ricomposizione della vecchia inconcludente maggioranza è messa alla prova degli appetiti del rimpastino o rimpastone, mentre resta sospesa la questione cruciale: chi guiderà il Governo? 
Se Renzi dirà No a Conte la crisi continuerà, se accetterà il compromesso - nuovo programma e vecchio premier – la politica italiana resterà prigioniera della loro rivalità.
𝗙𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗙𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗮𝗻𝗲 𝗺𝗶𝗻𝗮𝗰𝗰𝗲

Uno statista non minaccia elezioni anticipate per spaventare e costringere i dubbiosi e i refrattari a seguirlo. Uno statista non pensa di sostituire un partito alleato andando a pesca di transfughi. 
Eppure, da quando Renzi ha aperto la crisi, Conte e Casalino non hanno fatto che ripetere: “Dopo di noi le elezioni, dopo di noi il diluvio” manco fossero Luigi XVI e Madame Pompadour. 
Fatto sta che, poco alla volta, dentro e fuori l’ex coalizione di governo, s’è cominciato a domandarsi: la presunzione e le minacce di Conte - quella sua pretesa di governare senza condizioni, da uomo solo al comando stile Renzi – allontanano o avvicinino il rischio di uno scioglimento anticipato delle Camere? 
Fino a ieri nel PD chi osava dubitare della linea di Zingaretti e Bettini - “o Conte o morte” - veniva ripreso e zittito, ora, anche tra i capi corrente, si diffonde la sensazione che sia meglio evitare un’altra conta, questa volta su Bonafede, perché su quella strada si va a sbattere.
Viceversa, se Conte si dimette e senza porre pregiudiziali personali mette al centro di una nuova fase le riforme necessarie ad assicurare all’Italia i fondi europei, la maggioranza potrebbe rinnovarsi e allargarsi non a singoli transfughi e a ex 5 Stelle dipinti come improbabili europeisti, ma agli europeisti veri, come Calenda, Bonino e gli esponenti di Forza Italia interessati. 
Ebbene, allora sì, si porterebbe utilmente a termine la legislatura meritando non la popolarità dei sondaggi, ma la fiducia degli italiani.
Nel 1999 ci fu un tentativo di unire socialisti, r Nel 1999 ci fu un tentativo di unire socialisti, repubblicani e cattolici liberali in un movimento che aveva come simbolo il trifoglio. Ad animarlo con Cossiga c’erano Martelli e La Malfa. 
Nella sua ultima lettera da Hammamet, il leader socialista in esilio commentò così: “Il trifoglio è una bella idea come tutte le idee che richiamano i colori della patria”.
L’ufficio di presidenza del Senato ha tolto il v L’ufficio di presidenza del Senato ha tolto il vitalizio a Ottaviano Del Turco, sindacalista socialista, già segretario aggiunto della CGIL e poi parlamentare del PD e presidente della Regione Abruzzo condannato senza prove dopo mesi di carcere preventivo. 

Del Turco, malato di tumore e affetto da Alzheimer e Parkinson da più di un anno, è segregato in casa in stato di incoscienza.

Essere puniti retroattivamente per reati che non esistevano al momento della presunta commissione dei fatti è già un’oscenità giuridica contro la Costituzione. 

Infierire su un uomo già perseguitato da una condanna ingiusta, cui resta solo un fil di vita, è una barbarie immorale, incivile e disumana. 
Mentre invochiamo un atto di clemenza dal Presidente della Repubblica chiariremo chi - oltre i soliti noti giustizialisti 5 Stelle, leghisti e Coltelli d’Italia - si è reso responsabile di questa infamia.
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