Al momento stai visualizzando I partiti protagonisti del caos

Quest’anno l’Italia cresce più della Germania e della Francia. Nell’anno precedente c’era stata la crescita record del 6,6. Sarà stato effetto del rimbalzo dopo la caduta prodotta dal Covid come dicono gli esperti? Può darsi, vorrebbe dire che il rimbalzo da noi è stato più alto. E’ cresciuta l’occupazione ai livelli del 1977? Il tributo alla credibilità italiana in Europa e nel mondo non è mai stato così unanime? E’ diminuito persino il nostro stratosferico debito pubblico? 

Gli italiani sanno che tutti questi risultati li abbiamo ottenuti grazie a Draghi e alla temporanea sospensione delle lotte di potere tra i partiti detta anche “unità nazionale”. 

Il primo a rompere questo trend positivo è stato Conte nel disperato tentativo di frenare l’emorragia di voti che dissangua il suo movimento. Ne hanno approfittato Salvini e Berlusconi provocando elezioni anticipate. 

Ed eccoci a oggi: i partiti sono tornati protagonisti ed è ricominciato il caos. Forza Italia è stata abbandonata dai suoi tre ministri, Salvini in caduta libera nei sondaggi già concede la resa a Giorgia Meloni che riflette se concedergli o no il ministero dell’Interno. Il PD ha ripudiato i 5 Stelle ed è stato ripudiato da Calenda che per due volte in una settimana ha stretto un patto di governo con Letta e due volte se l’è rimangiato senza neanche consultare +Europa, il partito a cui è federato. A quel punto Emma Bonino lo ha dipinto per quel che è: “Non è serio cambiare idea ogni tre giorni specialmente se ci si candida a governare”. 

Ora Calenda è solo ed è tornato nelle mani di Renzi che l’ha inventato, che è pronto a concedergli il simbolo e tutti i pennacchi del comando perché con Calenda non ne ha bisogno, lo surclassa comunque e lo conosce meglio di quanto Calenda conosca se stesso. Dovrebbe averlo imparato anche Enrico Letta che scegliendo Calenda ed escludendo Renzi dall’ipotetica alleanza ha minato il proprio progetto o quel che ne restava dopo la giustificata rottura coi 5 Stelle. 

Curiosità: i 5 Stelle di Conte per due volte non hanno votato la fiducia a Draghi e per questo e per l’indulgenza con Putin sono stati reietti. Fratoianni ha votato contro Draghi per 55 volte eppure è stato blandito e convinto ad allearsi grazie a un congruo numero di seggi regalatigli dal PD. Dov’è la razionalità in queste scelte contradditorie?